Ma se fra le timide congreghe
alcuno
dotato di un animo più libero
di una cultura più vasta
scuote il pregiudizio e ad alta fronte reclama il suo diritto di essere libero
e vuole spingere oltre i limiti della fede
il desiderio della non sodisfatta ragione
e vuol sapere e non solo credere
allora si colpisca l’apostata da una parte
e dall’altra si strilla; vengono ad attaccare la nostra fede
dissolvono i nostri fratelli
mettono in pericolo le anime. La paura di perdere l’acquistato fa divenire stizzosi
si vuol trovare una scusa per attaccare non attaccati
di far del rumore
d’impaurire quelli che seguirebbero l’esempio
di frenare i più caldi
e si formula allora la frase noi ci difendiamo. Sotto quest’usbergo gli oratori battono le mani sul piano delle cattedre
si agitano
chiamano in soccorso le risorse della mimica
e fanno effetto.
È da questo primo punto espresso nel principio di certe conferenze alle quali dovendo rispondere
prenderemo le mosse.
Gli spiritisti respingono apertamente la bassa insinuazione (per non dire calunnia) diretta contro di loro
di attaccare la Bibbia e di sviare i fratelli dalla via di salute. Quelli evangelici che fanno parte e che domandano di far parte di una Società che ha lo scopo di studiare certi fenomeni strani e meravigliosi
di moto proprio si fecero presentare
e ne rivolsero relativa domanda. A loro non fu imposto di abbandonare le pratiche religiose che professano
nè interrogata la loro coscienza; fu lasciata intatta la libertà del pensiero
come a tanti altri che venivano da culti differenti.
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