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      Per parlare in altri termini su questo soggetto si suppone che il buon senso abbia ragione quando dice che fra Dio ed il creato esiste una serie infinita di termini in mezzo la quale la nostra personale meschinità rimane affatto perduta di vista e di valore. Fra Dio e l’uomo sussiste distanza da infinito a finito e la matematica insegna che tali quantità d’indole diversa non possono avere reciproco rapporto. Almeno sotto questo punto di vista siamo un po’ più scentifici e certamente verso la Divinità più rispettosi di chi ha l’oltracotante presunzione di corrispondere con Essa direttamente.
      Ora il gridar tanto contro di noi non sarebbe giustificato se appunto non venissero urtate le parti più sensibili e più suscettibili del meccanismo sacerdotale e la pastorale eloquenza con enfasi evoca la memoria di un papa che interpetre scrupoloso dei voleri divini espressi nella Bibbia faceva bruciare a centinaia li stregoni rammentando questo con compiacenza tale quasi grato fossegli l’atto non memore però che se il fiero papa avesse ancora la forza di farlo la sua voce non tuonerebbe in luogo pubblico come noi non potressimo fare le nostre esperienze in privato.
      E per terminare questa prima parte abbiamo il piacere di assicurare l’egregio teologo che se Pietro confuse Simone mago Paolo il mago di Cipro la Bibbia non basta per sconfiggere lo spiritismo come non è bastata a far tacere Galileo e Serveto.
     
     
     
     
     
      E crescer diffidenza ei vonno e unirel’odio eredato da una storia lercia


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Lo Spiritismo
di Gino Fanciullacci
Cellini Firenze
1884 pagine 37

   





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