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      Ma il valente oratore si sottopone al pericolo di divenire spiritista ma con qual prova? Venga lo spirito di Cavour e di Sella e scriva a credito del signor Teofilo Gay una rendita di 100 mila lire sul gran libro del Debito Pubblico e lui diventa spiritista.
      Questa è la prova scentifica che l’arguto pastore richiede per convincersi dell’esistenza di un fatto a cui è rivolta l’osservazione e lo studio indefesso di uomini sommi in scienze ed in lettere che spinti dall’amore del progresso accorrono senza alcun’interesse là dove occorre rintracciare la causa di un qualche effetto che emerge chiarissimo al di fuori dell’ordine conosciuto. E senza accorgersi di mettersi in aperta contradizione col disinteresse evangelico cammina inoltre di pari passo con quelle persone che crederebbero allo spiritismo se le anime dei defunti venissero a dar loro dei numeri per il lotto ed a toglierli da imbarazzi e false posizioni sociali. Ma disgraziatamente non essendosi finora verificato nessun fatto simile a quello richiesto dal Sig. Pastore e ritenendo che mai si verificherà dobbiamo perciò rinunziare con vivo dolore al vanto di averlo per compagno disinteressato nei nostri puerili passatempi.
      Nonostante si lascia al pubblico il giudizio su simile prova il quale non potrà essere certamente bello per chi la richiese.
      Poi il conferenziere prosegue dicendo che se li spiritisti vogliono la fiducia sottoponghino i loro fenomeni davanti una commissione indagatrice ignorando o fingendo d’ignorare tutto ciò che uomini veramente dotti fecero e fanno scrissero e pubblicarono.


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Lo Spiritismo
di Gino Fanciullacci
Cellini Firenze
1884 pagine 37

   





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