Lo spiritismo lunge d’incatenare il pensiero al carro del dogma
vuole la sua libertà
l’amore fra gli uomini
il trionfo della ragione; esso afferma che i progressi dell’intelligenza umana senza alcuna distinzione nè eccezione sono il frutto delle fatiche
dei sudori
dei lavori dell’umanità intera. Forte contro il caos delle opinioni
nasconde il focolare dell’unità
sostituisce al motto cristiano
che un giorno i primi sarebbero gli ultimi e gli ultimi i primi
quello che tutti saremo eguali.
Nel grandioso dramma dell’umanità si apprese quanto ha potuto l’amore e la morte
l’amore con i suoi entusiasmi
la morte con i suoi terrori; l’uno eterno canto dei poeti
l’altra severa maestra di filosofi. Il dilemma dell’essere o non essere
sta per comprendersi; ci arresteremo noi sul cammino? Ascoltammo le voci dei profeti che si lamentavano sulla città incenerita; la parola del Nazzareno pronunziata sui laghi di Galilea; ma questi non dissero tutto
che l’umanità tante cose apprese nel succedersi delle generazioni per il corso di diciotto secoli.
Con le grandi scoperte l’umanità ha rimpiccolito la terra ma ingrandito il cielo; ha misurate e pesate le stelle
ha decomposto la luce
ha divinato che in quelle solitudini dove tutto appare in riposo
in quei punti che luccicano sopra un fondo nero
regni la vita
con delle umanità
che non a torto vennero chiamate sorelle. Ha presagito che nulla muore
ma tutto si trasforma; l’età succede all’età
e non altro concetto nascosero gli avi nel fondo delle loro tombe.
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Nazzareno Galilea
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