Egli è certo che in questo lavoro dell’umanità collettiva
chi non vi rimanga personalmente estraneo
concorre in proporzione della propria istruzione
ma più specialmente dall’intelligenza e dalla sua naturale attitudine ed ingegno
ed è su questo ultimo dato che vuolsi calcolare la interminabile forma dei prodotti umani.
Si vede allora sfilare innanzi gl’ingegni positivi
i quali occupandosi sol di ciò che è suscettibile di peso
di numero e di esperimento
trovano le leggi della scienza esatta: si vede successivamente sfilare una turba innumerevole di altri esseri che riempiendo lo spazio che si diparte dal suddetto estremo si arriva a quel genere d’ingegni mistici
estremo opposto
i quali sol spinti da arcano sentimento
sempre però naturale
rivelano nozioni che non sono alla scienza competenti
ma che però s’impongono come sempre
e come sempre non vengono adequatamente intese e utilizzate.
È prodotto di questi ultimi ogni sistema religioso che fin qui conosciamo
ed è su tali fondamenti che tanta mole si sostiene. Tra i falli arroganti
fra le ridicole presunzioni dell’orgoglio umano
la Divinità immobile sta; nel grande atto della creazione
problema sempre aperto al sagace esercizio dell’intelligenza umana
Dio non scese mai alla creatura a far la dimostrazione delle sue leggi
nè sostituire in siffatti impieghi
nè profeti
nè messia
nè medium
nè pastori.
In tanti sobbalzi affannosi noi camminiamo; se ripetuti colpi ci giungono
diciamo francamente che non si teme ciò che può architettare la dotta calunnia
nè quello che può mormorare una lingua beffarda; alle sfacciate mene di certi preti di tutti i culti opporremo una tenacità cui nulla infiacchisca
non irosi ma neppure servili
non temerari ma neppure deboli
non andremo incontro a dispute indecorose
nè biascicheremo il calcagno di chi vorrebbe calpestarci.
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Divinità Dio
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