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Raccontano fatti addirittura incredibili
e li attestano con testimonianze scritte e stampate. Sotto i loro occhi le lancette dei dinamometri di precisione hanno variato come sottostanti ad una pressione equivalente a centinaia di libbre
e ciò per l’influsso d’una forza invisibile e misteriosa che la scienza non può afferrare: raccontano aver constatato l’alterazione del peso d’un corpo qualsiasi
alterazione ottenuta senza l’intervento di mezzi esteriori: raccontano aver rilevato spostamenti continui di strumenti scientifici per virtù d’un occulto agente: raccontano e stampano aver veduto
di pieno giorno
nei loro gabinetti di lavoro
apparizioni vere e proprie di singolarissima forma
mani luminose d’una tenuità inconcepibile
pur non ostante capaci di reggere un piccolo termometro di quattro grammi. E queste mani
di cui s’è tentato invano
col processo istantaneo
fissare l’immagine sopra una lastra fotografica
gli scienziati riuniti a Londra raccontano averle viste afferrare dei fiori sopra una tavola
portarli in giro vaganti nello spazio
offrirli agli spettatori; «poi tutt’a un tratto (citiamo testualmente) quelle mani stringevano le nostre con la cordialità di vecchi amici. Io ho visto
in presenza di testimoni (così scrive il chimico Crookes) una di queste mani prendere sulla tavola un fiore a lungo stelo
e farlo passare attraverso la fessura impercettibile d’una massiccia tavola di quercia: nè fu possibile a noi riscontrare su quel fiore
nè a occhio nudo nè col microscopio
un segno qualsiasi di corrosione o nel gambo o nelle foglie; e le foglie erano di certo dieci o dodici volte più larghe di quella fessura».
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Londra Crookes
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