Non corse quindi lungo tempo ch'egli ebbe imparato tutto ciò che in Siracusa poteva essergli appreso, e le aspirazioni sue si volsero a quel gran centro di studii che esercitava una irresistibile attrazione sopra tutti gli spiriti illuminati e vaghi di coltura e progresso scientifico, cioè ad Alessandria.
Dopo la morte del magno fondatore della meravigliosa città, il vastissimo impero, ch'egli aveva conquistato con la spada, era andato diviso tra i suoi generali, e l'Egitto era toccato in sorte a Tolomeo Lago, il quale, animato da grande fervore per le scienze, dimostrò la maggiore inclinazione a proteggerne e favorirne i cultori, e così finirono per raccogliersi in Alessandria le membra sparse delle due celebri scuole, jonica e pitagorica. Ai generosi sforzi del primo dei Tolomei e dei suoi immediati successori si deve quindi se la loro capitale divenne il centro della universale coltura di quel tempo e fu la sede di quella prima scuola Alessandrina che segna una nuova êra nella storia delle scienze. Quivi infatti il famoso Museo, superbo edifizio consacrato fin dal 320 agli studii ed all'insegnamento e che si mantenne per ben nove secoli, e poco lontano da esso la grandiosa e celebre biblioteca nella quale si pretende finissero per raccogliersi ben quattrocentomila volumi.
Le matematiche, al cui progresso già a questo tempo aveva contribuito una eletta e numerosa schiera di scienziati e di filosofi, vi avevano culto particolare per merito precipuo di Euclide, il quale deve pur sempre essere considerato come il fondatore di quella gloriosa scuola, se anche non gli si voglia riconoscere originalità ed elevatezza di investigazione.
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Archimede
di Antonio Favaro
Formiggini Editore Roma 1923
pagine 63 |
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