E queste relazioni di Galileo coi suoi insegnanti pisani ben rileva il Viviani, scrivendo nel racconto istorico della vita del suo Maestro che "fu sempre contrario alli più rigorosi difensori d'ogni detto aristotelico, acquistandosi nome tra quelli di spirito della contraddizione e, in premio delle scoperte novità, l'odio loro, non potendo essi soffrire che da un giovanetto studente, e che pur ancora, secondo un loro detto volgare, non aveva fatto il corso delle scienze, quelle dottrine da loro imbevute, si può dire, con il latte, gli avessero ad essere con nuovi modi e con tanta evidenza così facilmente rigettate e convinte".
Qual parte in ciò che si narra a proposito di queste verità scoperte da Galileo, e che costituirebbero il risultato dei suoi primi studi, debba esser fatta alla leggenda e quale alla storia, sarebbe assai malagevole di stabilire in modo assoluto. Sulla infanzia e sulla gioventù degli uomini grandi la attenzione è in generale richiamata troppo tardi perchè intorno a quei primi anni possano essere raccolti sicuri elementi per la storia; e quando se ne istituisce la ricerca, la leggenda ha già incominciato a formarsi. La critica moderna vorrebbe ogni asserzione confortata da documenti, i quali in alcuni casi non si sa nemmeno quali potrebbero essere; e le affermazioni personali oppure le dichiarazioni di altri, per quanto meritevoli di fede, vengono revocate in dubbio con una sottigliezza d'analisi quale si farebbe d'un testo notarile col codice alla mano, anzi con uno scetticismo che nulla vale a scuotere ed a disarmare.
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