- Nell'alterazione, la seconda forma della logica, l'equazione, č anch'essa violata. L'oggetto che cambia, cessa d'essere eguale a sč stesso: non v'ha equazione tra l'infanzia e la virilitą, tra la virilitą e la vecchiaia; l'alterazione adunque nega la seconda forma della logica. - Anche il sillogismo non puņ seguire la trasformazione degli esseri. Vi ha forse un sillogismo della generazione? Qual'č il termine medio tra l'albero e i frutti che produce? qual'č il termine medio tra la vita e la morte? non havvene alcuno: i due stati di una cosa che si įltera differiscono, restano sempre distinti, sono due estremi che nessun termine potrą mai riunire. La logica, affrontando l'alterazione col sillogismo, riceve pertanto una terza mentita. L'alterazione č logicamente impossibile, benchč materialmente incontestabile.
Quanto si dice dell'alterazione si applica al moto, il quale non č che si riduce all'alterazione relativa allo spazio. Il corpo in moto č lą dove non č; non č lą dove č; movendosi, lascia un luogo, ne prende un altro; esso diviene pił vicino, pił lontano da un dato punto. Il moto adunque fa variare l'ordine delle cose, cambia le proporzioni e trasforma la natura l'įltera, e sotto l'azione del moto essa cessa di essere identica con sč stessa per diventare ciņ che non č, un'altra natura.
La distinzione che esiste tra i due stati di ciņ che si įltera, ci svela una contraddizione nell'origine d'ogni cosa. D'onde proviene quest'oggetto? Non viene logicamente dal suo stato anteriore, non dall'oggetto che lo precedeva; egli non era, egli č; questo solo č certo: dunque procede dal nulla.
| |
|