- Per combinare la forza coll'estensione non ci resta altro espediente che quello dello spiritualismo, dando un'anima ad ogni corpo; e supponendo che in ogni corpo la forza č un'anima, un'essenza, un'entelechia, una monade, come pił piace, ma sempre spirituale, cioč una e indivisibile. Perņ in quest'ipotesi l'anima e il corpo si rendono impossibili a vicenda, e per isfuggire una contraddizione cadiamo nelle mille antinomie dello spirito e della materia. Dopo creata l'anima, dopo identificata la forza coll'anima, non possiamo pił raggiungere il corpo; l'anima, l'essenza, la monade, non possono nč indebolirsi, nč fortificarsi, nč nascere, nč morire; sono logiche, sono eterne; meri spiriti, non possono nč dare il moto agli organi, nč dominare la materia estesa; e lo spiritualismo, per ispiegare il fatto dell'unitą degli esseri e dell'indivisibilitą delle forze, si trova immediatamente, assolutamente fuori della natura, dove si nasce e si muore, e ogni cosa si compone di parti estese. Quindi la sicurezza colla quale il materialismo risponde alle argomentazioni dello spiritualismo, che appagano la logica, ma mentono; procedono per identitą, ma non sono di questo mondo. Quindi il dilemma di credere all'anima o al corpo, all'uno o al multiplo, cioč alla forza o all'estensione; dilemma eterno, non essendoci concesso nč di negare l'unitą, nč di negare l'estensione, nč di considerare la forza come un'illusione della materia che si opporrebbe a sč stessa, nč di considerare l'estensione come un'illusione della forza che si opporrebbe a sč stessa; non essendoci dato neppure di preferire l'uno o l'altro de' due termini, poichč sono entrambi egualmente patenti e irresistibili.
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