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      In breve, l'estensione rende impossibile il mondo, e il mondo rende impossibile la materia estesa.
      Lo stesso ragionamento si applica alla quarta delle qualitą primarie, la figura; la forza che dą la figura, e l'essere che la riceve si escludono a vicenda. La prima non si manifesta all'occhio, s'induce, ma non si vede, si divina, ma non si conosce; prima di agire non č nello spazio, dopo l'azione non lascia vestigio di sč. Una e indivisibile come il triangolo, il quadrato, il circolo, riunisce pił particelle della materia, le costringe a convergere verso un solo scopo; in questo modo appunta in sei triangoli il cristallo di rocca, disegna i petali della rosa, e li schiera in un unica corolla. Essa novera, misura le vertebre, i muscoli, i nervi, le vene, gli organi degli animali, organizzati ciascuno da una cifra unica e misteriosa, dotata di multipli e di divisori invariabili. La cifra che ha dato cinque dita alla mano dell'uomo, trentadue denti alla bocca, la qualitą agli organi esterni della vista, dell'udito, dell'odorato, della azione e della locomozione, non puņ in niun modo essere nč estesa, nč divisibile, nč tangibile. Se la figurabilitą appartiene alla materia, se č l'evidente proprietą degli esseri; se gli alberi sono alberi, e gli uomini uomini, dobbiamo loro negare la figura. La figurabilitą crea, e la figura č creata; essa muove, e la materia č mossa; essa combina, e la materia č combinata; essa dispone, e la materia č disposta; essa č artefice, e la materia č oggetto dell'arte.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693