Poi converrebbe sempre spiegare l'illusione dello spazio: nč la logica potrebbe ammettere che il corpo prenda l'apparenza dello spazio per ingannarci, senza ammettere nello stesso tempo un'alterazione nel corpo portentosa quanto l'esistenza dello spazio. Il corpo diverrebbe ciņ che non č; acquisterebbe la necessitą, l'immensitą, creerebbe l'infinito; e le contraddizioni muterebbero di posto senza diminuire. Infine, anche lo spazio avrebbe il diritto di rivendicare i privilegi del corpo, potrebbe alla sua volta negare il corpo, trattarlo come un'illusione, volerlo spiegare, come se opponendosi a sč stesso potesse creare l'apparenza del corpo, l'apparenza del proprio contrario.
Capitolo IX
IL TEMPO E IL MOTO SI ESCLUDONO
Quanto si dice dello spazio si applica anche al tempo.
Secondo la natura, il tempo č la condizione del moto; pure tra i due termini non vi ha identitą, nč equazione, nč sillogismo; e se si vogliono forzatamente avvicinare, si vedrą che si escludono a vicenda. Che cosa č il tempo? Non č una qualitą, perchč č indipendente e sussiste da sč; non č una sostanza, perchč si lascia invadere dal moto; non č il nulla, perché appare, e se pur fosse illusorio ancora un principio dovrebbe spiegarlo. Il tempo č dunque come lo spazio, una cosa sui generis che ci č impossibile di paragonare colle altre cose. E desso la condizione del moto? volete credere alla natura che lo stabilisce come la condizione di ogni successione? Ciņ posto, il tempo si compenetrerą col moto, la successione delle ore sarą identica con quella del cambiamento; i due termini formeranno un termine solo; vi saranno due successioni in una stessa successione; il che č impossibile.
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