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      Per la ragione, due termini sono concetti ad un tempo; una è la scienza dei contrari: la medicina insegna simultaneamente le due arti di salvare e di perdere; in politica non conosce l'arte della libertà chi ignora quella della tirannide. Con qual diritto la ragione sceglierebbe tra i due contrari dell'interesse e del dovere?
      Il primo termine scoperto nella ragione per distinguere il bene dal male, consiste nella stessa verità, che si confuse a disegno colla giustizia. L'ingiustizia, fu detto, mente; essa conosce il bene e lo disconosce, lo confessa e lo nega, dà l'essere a ciò che non è, e lo toglie a ciò che è. La ragione, la logica identificano il bene colla verità; convien essere giusto, perchè è necessario di essere veridico. Sia.
      - Qual'è dunque la vostra regola?
      - Quella di non mentire.
      - Condannate voi l'uomo che inganna il suo simile?
      - Lo condanniamo.
      - Condannate voi chi mente per semplice gentilezza, dichiarandosi l'umile servo d'un suo corrispondente?
      - Non lo accusiamo, tutto al più, che di leggerezza.
      - Condannate voi chi sfugge ai sicari, ingannandoli?
      - Lo scusiamo perchè si difende.
      - Condannate voi l'uomo che inganna i sicari per salvare una vittima?
      - Egli è innocente, deve essere scusato.
      - E se per salvare la vittima mentisse coraggiosamente, esponendosi alla collera dei sicari, vi limitereste a scusarlo?
      - Dovrebbesi lodare.
      Qui la menzogna diventa alternativamente il vizio e la virtù, non essendo per sè stessa nè l'uno, nè l'altra.
      Identificando l'ingiustizia colla menzogna, conviene trasformare in delitti le menzogne della poesia, conviene perdonare al cinismo che non mente, bisogna assolvere le scelleratezze in cui la giustizia è schiettamente violata.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693