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      E forse furon giā cambiati, e il mondo appare il contrario di quello che č nella presenza di Dio.
      Dopo Descartes la critica č come la freccia nei fianchi della balena; la metafisica deve morire; nč Spinosa, nč Leibnitz potranno salvarla. La critica č assicurata, che tra i pensieri e le cose, tra l'anima e il corpo, tra lo spirito e la materia, havvi la distanza della contraddizione; č assicurata, che la storia, che la tradizione, che la morale, che la politica sono scienze congetturali, negate, disdegnate dalla filosofia cartesiama,esse svelano ogni giorno le antinomie che le straziano. Il dubbio sull'esistenza dell'io e della natura resta invincibile, l'intuizione č sospetta, nč puō essere garantita da Dio: si dubita di ciō che si vede: e Dio, che sfugge alla visione, non puō toglierci dalle incertezze. Non sarā difficile l'oltrepassare la critica di Descartes tentando di oltrepassare il dogma.
      Malebranche, Spinoza e Leibni abusarono di Dio: i tre sistemi sono tre confessioni implicite e progressive della contraddizione universale che li opprime. Perchč Malebranche dichiara essere il mondo percetto in Dio? Perchč esagera egli i miracoli del cartesianismo? perchč dimostra l'impossibilitā di ogni relazione tra lo spirito e il corpo, tra il pensiero ed il suo oggetto: dunque deifica questa relazione, e spiega la percezione divenuta impossibile colla teoria della visione in Dio. Presso Spinosa la contraddizione tra il pensiero e la sostanza che pensa č scoperta, proclamata; quindi il sistema di Spinoza č giā il sistema della contraddizione universale.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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