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      Č antica l'idea che la logica deve servire ad una rivelazione, che un'autoritā divina deve signoreggiare il sillogismo; quest'idea si trova nel fondo di tutte le religioni; il genere umano ha sempre compreso che il mistero era alle origini, che le origini ci sfuggono, e devono restare nel seno dell'eterno. Quindi si obbediva ai rivelatori, si accettavano i profeti; e un libro sacro, un'impossibilitā logica, un assurdo era il primo principio alla scienza e all'azione. Il tempo dei miti č passato; noi non crediamo a nessun libro sacro, a nessun profeta o rivelatore. Noi dobbiamo credere alla rivelazione della natura; essa non č scelta a capriccio, viene a noi, ci inviluppa, ci invade e ci trascina nella sua corrente; nč la volontā, nč la ragione possono resisterle? Adunque la rivelazione naturale s'impadronisca dell'istrumento della logica, e domini per sempre le tre forme della certezza. Non ci sarā mai dato di riconquistare l'innocenza primitiva; il dubbio resterā invitto nella nostra mente; pure non potrā toccare se non la regione trascendente, ove si formano i mondi; sulla terra non potrā falsificare la forza delle cose, nč alterare quella della giustizia.
      Triplice č la rivelazione naturale, essa si manifesta in primo luogo negli oggetti, poi nella vita, e da ultimo nell'ispirazione morale: noi seguiremo passo passo le tre forme della rivelazione.
     
     
     
      SEZIONE PRIMA
     
      LA RIVELAZIONE DEGLI ESSERI
     
     
     
      Capitolo I
     
      NELLA RIVELAZIONE L'ESSERE E IL PARERESONO IDENTICI
     
      La rivelazione č tutta nelle apparenze, che sono tutte indistruttibili, che la critica combatte senza annientareTutte le apparenze sono egualmente forti: le immagini de' sogni sono incontestabili quanto lo spettacolo della natura.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693