IL NATURALISTA.
Io era nell'apparenza, e rimango nell'apparenza. Vi ho detto che la mia anima non era l'essenza di Aristotele, nè la monade di Leibniz, nè l'anima della teologia; essa riducesi all'unità indivisibile di quanto appare uno e indivisibile. Quando io costruisco un edifizio, quando io ne traccio il disegno uno e indivisibile, io sono l'anima dell'edifizio: ma chi vi dice che il disegno non possa essere l'opera collettiva di più architetti, come una leggenda imaginata da più poeti, come una religione decretata da più concilj? L'unità che pare nel seme, nel germe, può essere una specie d'irradiazione che parte da un centro realmente indivisibile; può essere altresì come la convergenza d'innumerevoli raggi che partono da tutti i punti di una data circonferenza per toccare il centro. Forse la mia esistenza risulta da un'anima ignota, che domina realmente il mio cuore e il mio cervello; forse il mio cuore e il mio cervello cospirano verso quell'unità, che chiamasi la mia anima. I due casi sono egualmente impossibili nella logica, egualmente possibili nella materia della logica; io non seguo la logica, nè il possibile, sto alla apparenza; riconosco l'unità dove si mostra, e quando scompare, l'anima per me scompare. Il mio spiritualismo comincia colla mineralogia, e finisce colla storia naturale dell'uomo.
Capitolo IX
LE LEGGI DELLA MATERIA
La rivelazione materiale è tripla, meccanica, molecolare e organica: vi hanno dunque tre classi di leggi, le une meccaniche, le altre molecolari, le ultime organiche.
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Aristotele Leibniz
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