Lasciamo la natura alla natura.
Capitolo X
IL PENSIERO
La rivelazione degli esseri si raddoppia in noi; quante sono le cose fuori di noi, altrettanti pensieri scopriamo in noi stessi: le cose e i pensieri formano cosė una doppia serie di fenomeni correlativi, gli uni esterni, gli altri interni; gli uni fisici, gli altri intellettuali.
Il rapporto tra i pensieri e le cose trovasi determinato dall'apparenza stessa dei pensieri e delle cose; il pensiero si stabilisce come percezione, non si riferisce mai a sč ma si rapporta immediatamente agli oggetti; senza di essi non sorge; pensare a nulla č non pensare. Gli oggetti del pensiero non esistono per noi se non percetti; eppure appena percetti si stabiliscono, fatta astrazione del pensiero. Cosė l'apparenza stabilisce il pensiero, l'apparenza lo fa corrispondere agli oggetti, l'apparenza lo rende servo degli oggetti, in fine l'apparenza mostra il pensiero nella dipendenza delle cose, e le cose indipendenti dal pensiero che le rivela.
Lo stesso pensiero ci dichiara quello che č, quello che fa. Manifestasi come inerente alla persona; afferma gli oggetti distinguendosi dagli oggetti; afferma il mio essere distinguendosi dal mio essere: colla memoria addita il passato distinguendosi dal passato: addita il mio proprio passato distinguendosi dal mio proprio passato. Per analizzare il pensiero basta seguire il pensiero stesso, che si giudica, si distingue da sč, senza che possiamo sapere in qual modo.
L'unico precetto della psicologia dev'essere di seguire l'apparenza, e di non pretendere ad altra funzione se non a quella destinatagli dall'apparenza.
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