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      Qual'è dunque la libertà del riflettere? Siamo liberi nel riflettere, come lo siamo nel percepire; possiamo por mente alla scena delle nostre ricordanze, come possiamo andare o non andare su quel monte, da cui si scopriranno più città. La libertà resta dunque esterna allo stesso pensare, non ne áltera la natura; il pensare nella percezione e nella riflessione rimane sempre fatale, sempre percezione, sempre immediato: può essere o non essere, trovarsi più o meno agevole, esigere uno sforzo di concentrazione e nessun sforzo. Ciò solo fa differire la percezione propriamente detta, dalla nostra riflessione, dove la memoria, le astrazioni, le classificazioni sempre immanenti siccome altrettanti oggetti materiali, forzano di continuo l'affermazione, la negazione, l'equazione, il sillogismo. Noi raccoglieremo dunque ogni nostro studio sull'atto unico del pensare, nè parleremo d'altro, lasciando i particolari di una distinzione più minuta.
      Vi hanno due cose da notare nel pensiero: gli elementi e il movimento: cominciamo dall'esaminare gli elementi.
     
     
     
      Capitolo XI
     
      GLI ELEMENTI DEL PENSIERO
     
     
      Gli elementi del pensiero corrispondono agli elementi degli oggetti; quanto appare nella natura, appare nell'intelletto; l'intelletto è lo specchio della natura; quanto trovasi nell'oggetto conosciuto, ritrovasi nella cognizione. Le cose della natura si dividono nelle due grandi classi degli individui e dei generi, hannovi dunque nel pensiero gli individui e i generi, cioè le senzazioni e le idee.
      La percezione è captiva della cosa percetta, non è se non la cosa sotto la forma della sua propria affermazione; istessamente le idee sono captive dei generi, e non sono se non i generi sotto la forma della loro concezione in noi.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693