Pagina (289/693)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Accordato il pensiero, il suo movimento conduce dunque ad un sistema, cioè ad un insieme di apparenze armoniche, ordinate, e senza contraddizioni materiali.
      Il menomo congetturare già forma un sistema, la persuasione di essere nella città, nella casa che si abita, già componsi di pensieri coordinati in modo da escludere la contraddizione. Sarà agevole l'ordinamento, non si farà attenzione al processo mentale; per ciò non cessa di essere sistematico: poichè quando un evento, un accidente qualsiasi, un delirio, un rapimento, ci rende difficile il verificare in qual città, in qual casa noi siamo; gli stessi oggetti, le stesse cose, le torri, le cupole, l'architettura degli edifizi, le apparenze più note trasformate in indizi ci faranno riconquistare, col sentimento del sistema che formiamo, le convinzioni che non avvertiamo sistematiche, tanto sono immedesimate col nostro vivere. Hannovi gli antipodi? la terra è immobile. Le risposte a tali questioni saranno sempre un sistema. Qual'è l'origine dei fiumi? che havvi al disopra delle nubi, al di là degli astri? qual'è l'origine dell'uomo? dove abitavano i nostri progenitori? chi ci ha date le prime leggi? chi ha inventate le arti? Rispondendo a tali interrogazioni, semplici e naturali, indefinite nel loro sviluppo, il pensiero si estende, e sempre sistematicamente. Può confondere i problemi eterni coi problemi di un giorno, può lottare colle contraddizioni critiche prendendole per contraddizioni positive; ma procede sempre nella stessa maniera, vuol sempre giungere ad un sistema; volontà tanto naturale, tanto profonda, che rimane inconscia di sè, e suppone il sistema nella stessa rivelazione, credendo limitato il nostro lavoro a coordinare le apparenze più sfuggevoli, perchè occupino nel nostro intelletto il luogo correlativo a quello da esse realmente occupato nella natura.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693