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      La metafisica si sforzò di sciogliere il dilemma: come? colle astrattezze Platone pone tra gli uomini e l'uomo le idee; sostituisce all'antinomia sociale l'antinomia del genere. Torna inutile il fermarci.. Il dilemma si stabilisce più aperto nella scolastica; ogni dottore era cristiano e filosofo, apparteneva alla tradizione, e doveva lottare contro la tradizione; quindi tutti i termini medii con cui cercavasi di transire dalla trinità ai generi, dall'eucaristia agli universali.. La scolastica fu tutta una lunga e complicala metafisica per conciliare l'individuo colla società: si sa con qual profitto. Descartes si separa dalla tradizione della Chiesa; il dilemma si manifesta ognor più evidente; la filosofia prende la difesa dell'individuo; stando a Descartes, quanto esce dall'individuo è bene, le opere collettive sono pessime, sono simili alla topografia strana e casuale delle vecchie città costrutte nel corso de' secoli. Descartes non perviene ad un sistema sociale; il cartesiano restava solitario, or confinato nella solitudine metafisica dell'io, ora nella solitudine materiale dell'impotenza. I filosofi del secolo decimottavo continuano l'apologia dell'individuo contro il sistema sociale, sempre identificato col sistema della chiesa; la loro transizione al sistema sociale consiste nella persuasione che l'interesse stesso dell'individuo trovasi nell'interesse sociale. Quindi le minaccie contro i tiranni, le invettive mezzo affettuose, mezzo furibonde contro i re che resistevano ai consigli della filosofia; in fondo non eravi transizione; era troppo evidente l'antinomia della società e dell'individuo; complicavasi con quella dell'interesse pubblico e del privato, non si andava al di là della fraternità accademica o della cospirazione occulta dei franchi muratori.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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