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      Qual'è la società che abbia inaugurato il dubbio come principio? Si imaginò che gli ultimi tempi del paganesimo fossero tempi d'impostura e d'egoismo; erano i tempi de' primi cristiani; e d'altra parte, il paganesimo era sì forte, che la potenza devastatrice degli imperatori cristiani fu necessaria per distruggerlo nei villaggi. Si irnaginò che il risorgimento fosse un periodo d'incredulità: certo, i Medici e i Borgia non anelavano at martirio; pure il protestantismo era fervente, il cattolicismo avventurava tutto per difendersi secondo lo stesso Machiavelli anche a Firenze potevasi fondare una nuova religione. L'incredulità dell'uomo senza fede, senza legge, non è se non malvagità, non è sociale, non tocca la società, muore nell'individuo, il quale muore all'umanità. Quanto all'incredulità critica, spesso viene applicata a distruggere la religione; dissolve in pari tempo il dovere, la felicità, il mondo, ogni cosa, ogni pensiero; negasi da sè, resta nella scuola, nel filosofo, nell'individuo. Al contrario, quando appaiono gli uomini meritamente odiati quali increduli dai ministri del culto, essi trovansi sottoposti alla rivelazione naturale, sostituiscono fatti a fatti, principj a principj, calpestando i sofismi della ragione individuale che spira ne' propri dilemmi. Dunque. se è naturale il nascere delle religioni, è impossibile il loro perire; se i fondatori delle religioni erano credenti, ogni capo della società sarà sempre un credente, dato anche che i fondatori delle religioni fossero impostori (ed è l'opinione di Machiavelli); perchè la loro incredulità era un secreto personale, solo per la loro impostura erano in relazione co' popoli, la religione sola costituiva il sistema sociale.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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