Secondo il Cristianesimo, l'unità della storia dipende da due fatti arbitrari, la caduta di Adamo e la redenzione di Cristo: secondo la storia positiva, il caso si rinnova in ogni fatto; e la materia fluente, quest'Eva corruttrice della creazione, domina ogni cosa, ogni pensiero: e altronde, lo sforzo redentore, egualmente arbitrario, si oppone ogni istante alla caduta colla inconscia ragione della natura o colla conscia ragione dell'uomo. L'erudizione segua dunque il cieco fato della storia; il sistema sociale è un principio, una provvidenza assolutamente umana, una vera guerra contro il fato.
Se havvi unificazione possibile tra il fato e la provvidenza, l'unificazione sarà nell'avvenire: quanto al passato, l'unità dell'umanità non è se non nella storia ideale comune a tutte le nazioni. Ogni popolo vive solo a condizione di rappresentare l'uno dei momenti della storia ideale: avanzi o retroceda, deve rimanere sulla via eterna di tutti i popoli; lento o veloce, oscuro o glorioso, non può uscirne: I bisogni sono gli stessi presso tutti i popoli, ispirano le stesse azioni, spingono alla ricerca delle stesse arti, e la curiosità trascina verso una stessa scienza. Se fuori di noi le apparenze sono multiple, se il regno del caso non ha limiti, havvi in noi il dato primitivo della nostra organizzazione; la quale determina l'ordinamento primitivo delle apparenze, la prima fase sociale, e per essa tutte le fasi ulteriori. La nostra organizzazione ci mostra prima il moto, poi l'immobilità del sole; ci mostra gli astri prima come faci dei cielo, poi come altrettanti soli; la nostra organizzazione ci sforza prima a nudrirci, poi a incivilirci; prima ad adorare gli Dei, in seguito un solo Dio.
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