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      Possiamo noi intervertire la storia delle invenzioni? la scoperta di Watt può forse precedere l'arte di fondere il ferro! No; il caso non regna sul pensiero, l'unità della nostra organizzazione signoreggia la varietà delle apparenze; noi penetriamo a passi in mezzo al caos della fatalità fisica, senza che la mobilità dello spettacolo esteriore álteri il corso delle nostre idee. Lo stesso spettacolo dell'incivilimento, l'esempio stesso dell'industria che si sviluppa, dell'agricoltura che feconda la terra, della navigazione che domina i mari, della scienza che donnina tutto, è uno spettacolo perduto per i popoli che non lo invocano col movimento spontaneo delle loro idee. Ogni giorno non vediamo, non sentiamo noi che la più fervente predicazione dei vero riesce inutile, irrita prima dell'ora prestabilita nella storia ideale? La provvidenza istorica trovasi dunque nel pensiero, che progredisce partendo dal dato della nostra organizzazione; trovasi uniforme presso tutti gli uomini, presso tutti i popoli, in tutte le religioni; e ci conduce tutti all'associazione universale, verso il sistema unico, in cui l'ordinamento delle apparenze non potrà più variare, e in cui la rivelazione naturale sarà riconosciuta nella sua pienezza.
      L'associazione del genere umano poteva attuarsi collo sviluppo pacifico di una stessa famiglia, che si sarebbe propagata senza dividersi, e sarebbe rimasta sempre una nelle idee, nei sentimenti, nell'associazione: essa sarebbe sempre stata l'umanità. Questo non era nei fati.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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