La vita sola dà un pregio alla verità, un valore alle cose, uno scopo all'azione. Se la rivelazione degli esseri sfugge ai dilemmi della natura e del pensiero, la rivelazione della vita sfugge a quelli del bene e del male. Impadronendosi della logica, essa invola il problema della felicità alle contraddizioni della critica. Seguiamola nella sua manifestazione.
La vita si sviluppa progressivamente; la sua prima manifestazione consiste nell'impressione che produce in noi ogni apparenza. I fiumi, gli astri, tutti gli oggetti inanimati ci impressionano, la luce parla il linguaggio misterioso dei colori e delle prospettive, il suono ci strazia o c'intenerisce, il romore ci anima, il silenzio ci sgomenta, l'oscurità ci sconforta. Dunque alla semplice intuizione di un oggetto noi gli diamo un valore: questo valore rimane indeterminato, ma non oltrepassa una certa latitudine; l'uomo che non lo sente è insensato; quello che lo esagera è infermo di mente.
I bisogni determinano con maggior precisione i valori delle cose: la necessità di nudrirci, di difenderci provoca subitamente all'azione, l'azione è un moto; se ne può valutare la forza, questa forza è proporzionata all'attrazione dell'oggetto; da essa dunque si può misurare il valore che ha per noi l'oggetto di cui vogliamo impadronirci; dacchè le cose cadono nella sfera de' nostri bisogni naturali o fittizi, hanno, non solo un valore, ma un prezzo, perchè le forze misurano le forze, il moto misura il moto, quindi havvi equazione, scambio, valutazione.
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