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      Allora cercheremo l'indigenza e l'infelicitą nell'interesse della felicitą. Ma l'astratto dilemma svanisce sotto l'impero della rivelazione vitale; la vita sceglie per noi; siamo spinti alla felicitą. Gli uni s'impadroniscono del pił gran numero di beni; gli altri voglion bastare a sč; ed č che, desiderando alcuni beni invisibili, sacrificano quelli da essi meno amati. Unica regola si č la vita, quale si desta in noi, in presenza delle cose, in presenza delle nostre proprie idee.
      Sotto l'impero della logica non č possibile lo scegliere tra i beni; tra essi non havvi identitą, nč eguaglianza, nč deduzione: in qual modo adunque preferire la tavola al teatro? l'amore alla gloria? Tutti i piaceri, tutti i gaudi escludonsi a vicenda per sollevare una contraddizione universale. La contraddizione viene scansata dalla rivelazione vitale; se non ci viene concesso di scegliere logicamente, la vita sceglie, ha le sue inesplicabili preferenze, ci dą le sue vocazioni; essa deve lottare tra la voluttą e l'ambizione, tra la seduzione del riposo e quella del pericolo; e data la scelta, la logica deve constatarla come un fatto, distinguendola da tutti gli altri.
      Da ultimo, sotto l'impero della logica lo scambio č impossibile: se i beni che si scambiano sono della stessa qualitą, lo scambio non ha senso; se differiscono, č impossibile di paragonarli, impossibile di scambiarli. Il dilemma rimane vinto dalla vita. Impossibile fin che si considera l'essenza stessa dei beni, il paragone diventa legittimo quando i beni agiscono sopra di noi, quali forze meccaniche.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693