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      La natura corrisponde essa all'aspettativa dei viventi? No, non corrisponde più all'uomo, che all'animale: tutti i destini sono ostili, contraddittorj, e la contraddizione è sì vasta, che l'essere, il quale giunge a compiere il suo destino, è una vera eccezione. Quasi tutti i viventi periscono nello stato di seme, di feto, al primo nascere: la vita adulta è il premio di un combattimento, una vittoria riportata su miriadi di vittime. L'uomo subisce la legge universale: credesi il re della creazione, e di continuo soccombe; havvi una profonda contraddizione tra l'aspettativa che si rivela nella vita ed il nostro destino quale si rivela tra gli esseri. «Allorchè volgiamo il nostro sguardo», dice Giacomo Boehm, «intorno a noi, al cielo, alla terra, alle stelle e agli elementi, non vediamo alcuna via che possiamo riconoscere, e nella quale possiamo entrare per nostro riposo.» Che fare? Bisogna vivere, tale è la suggestione della vita. La natura protegga pure tutte le razze che ci sono ostili; noi dobbiamo combattere, dobbiamo agire come se l'universo corrispondesse alla nostra aspettativa, come se le stelle che splendono nel firmamento non avessero altra missione che d'inviarci un raggio di luce durante la notte. Siamo sul nostro pianeta, come l'equipaggio sulla nave; giungerà esso in porto? potrà attraversare l'oceano del vuoto? Havvi un porto? I venti possono sommergere la nave, gli scogli possono infrangerla; le malattie, la fame, il freddo possono mietere l'equipaggio; nel fatto, i marinai muoiono, le vele sono squarciate, soventi le braccia mancano al lavoro, qualche volta eccedono; non si conosce la nave, non fu bene esplorata: per lungo tempo operavasi come se il porto fosse a qualche lega di distanza, disprezzavansi gli istrumenti, il sartiame, i viveri ammassati nella stiva.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Giacomo Boehm