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      Per una conseguenza naturale presentano il loro proprio sistema mistico qual regola dell'universo; gli angeli e gli arcangeli devono collaborare colle stelle e cogli animali, perchè l'aspettativa del credente non sia delusa. Tutto deve essere subordinato alla fede del credente: dunque se hannovi popoli aderenti ad altri sistemi, saranno falsi popoli; se havvi una parte della natura in contraddizione colla fede, sarà una falsa natura: se la fede richiede miracoli, i cieli devono aprirsi, la natura deve cedere all'istinto del credente; essa è il velo attraverso al quale il credente intravede un universo, che obbedisce alla sua aspettativa. Il misticismo viene avversato? Allora diventa scettico, dimostra che tutto è falso, che tutto è contraddittorio, e s'arma della logica per negare i fatti incontestabili. Gli si dimandano dimostrazioni? Il suo principio è prefisso; è vitale, generatore, implica la possibilità d'ogni prodigio. Ne nasce che il mistico si vale dell'esperienza per oltrepassarla, si giova dell'osservazione per negarla; non vive mai nella natura; vive come se fosse in un altro mondo. Enumera le foglie dei fiori, gli organi degli animali per penetrare il numero misterioso della genesi delle cose; come Giacomo Boehm cadrà in estasi dinanzi ad una pentola di stagno per decifrare nell'incanto della lucidità metallica il principio di una trasformazione cosmica; dunque il fatto non sarà mai fatto, ma indizio di un altro fatto; la realtà non sarà mai realtà, ma un segno del possibile.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Giacomo Boehm