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      Lo stesso fenomeno si ripete nella societā; la natura l'abbozza nella famiglia, l'estende colla propagazione della specie, e dispensa le diverse funzioni sociali colla varietā delle inclinazioni; si va alla caccia per cacciare, si inventa per la passione d'inventare; ogni lavoro si attua in forza di un vezzo istintivo: il poeta non pensa che alla poesia, il dotto non pensa che alla scienza, e la societā trovasi cosė improvvisata, conservata dall'impulso delle vocazioni. Non ispetta alla intelligenza il fondare la societā, nč il formare le diverse funzioni dell'industria, nč il distribuire le vocazioni, nč il creare i caratteri; l'intelligenza si limita ad accettare la rivelazione dell'istinto. Le passioni, i sentimenti traduconsi ad ogni istante in forze meccaniche; le quali variano indefinitamente nella direzione, nell'intensitā; bisogna evitare gli urti, bisogna coordinare fisicamente tutte le azioni, bisogna dirigere il moto, assegnargli una formola meccanica, e l'intelletto si limita a cercarla. E qual'č? Deve fondarsi sulla realtā; e pertanto si riduce al sistema sociale che abbraccia tutta la realtā alla quale i nostri istinti diedero un valore.
      La stessa ricerca della formola sociale o religiosa, benchč sia meccanica, viene suggerita dalla rivelazione interiore. Mentre tutti gli artisti obbediscono ad impulsi speciali, hannovi uomini la cui ispirazione si applica, non alle cose, ma agli uomini stessi. Signori naturali de' loro simili, sentonsi predestinati al comando; non sono poeti, nč dotti, nč inventori; ma sentono il bisogno di dare a ciascun istinto la sua funzione, a ciascun uomo la sua missione.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693