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      Vogliono attuare l'ordine occulto che trovasi in potenza nel fondo delle moltitudini; lo divinano per una specie di seconda vista; lo presentono per un privilegio del loro organismo; affascinati dal suono di una musica intima che la folla non intende, dimenticano sè stessi perchè la città si fondi, e perchè ogni pietra vivente prenda il suo posto nell'edifizio della civiltà.
      Non havvi adunanza sì piccola, sì due che non trovi il suo Orfeo. Ogni festa, ogni ballo campestre scopre l'uomo che si consacra ad essere il legislatore del momento; da ogni moltitudine in tumulto esce sempre una voce positiva, imperiosa, la quale determina l'azione. Nelle insurrezioni il capo vedesi riconosciuto colla rapidità del lampo; dimanda il suo posto, e l'ottiene immantinente: Masaniello sorgeva a Napoli in pochi istanti. L'apparizione del genio politico è il fenomeno più costante d'ogni popolo che si agita; quanto più la scossa è profonda, tanto più l'ispirazione politica, violentemente interrogata, erompe in prodigi. Wallenstein è generato dalla guerra dei trent'anni: Castruccio Castracane, Braccio Montone, Sforza Attendolo lo sono dall'anarchia italiana; l'Italia del medio-evo non si stanca di produrre uomini sempre nuovi nel mezzo delle sue rivoluzioni. Dalle rivoluzioni inglesi esce Cromwell; Napoleone sorge dai battaglioni della Francia rivoluzionaria con un corteggio d'eroi.
      Il politico opera come il poeta; i suoi atti cadono nella sfera del ragionamento; vengon discussi, sono meccanici; ma quanto sfugge al ragionamento, al meccanicismo si è il politico stesso; la rapidità del suo imaginare, la prima vista, il giudizio, la fermezza del carattere: intendesi la sua parola, e non s'intende dove egli prenda la forza che lo ispira; accettasi l'ordine da lui imposto, e non si può scoprire la prima fonte onde sgorga.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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