Possiamo noi accettare l'arte di vivere di una vita che non è la nostra?
Verrà chiesto se i sistemi mistici separano i popoli fino a sopprimere la fraternità umana. Sì, sopprimono la fraternità, accendono la guerra; per essi i popoli si ispirano un mutuo furore; la fraternità non apparirà sulla terra se non col trionfo di un sistema su tutti i sistemi. Il ritmo della vita non basta alla fraternità universale; non basta essere uomini per essere fratelli; conviene che gli istinti si armonizzino. Il ritmo è troppo vago, troppo indeciso; al nostro nascere trovasi indeterminato; non corrisponde nemmeno alla natura, e la fraternità che stabilisce tra gli uomini, si riduce ad un'astrazione derisoria. V'ha di più: in forza del sistema mistico ogni progresso viene aborrito, perchè naturalmente ripugna al nostro sistema, e noi respingiamo anticipatamente il sistema avvenire. Ogni dogma maledice, qual'eresia distruggitrice della società, il sistema che deve succedergli. Il paganesimo aborriva l'eresia giudaica, che abbominava l'eresia cristiana, che alla sua volta anatemizza l'eresia protestante. Noi siamo sotto il peso della maledizione di tutti gli uomini che ci hanno preceduto; e tutti i sistemi attuali, interrogati positivamente sul vero ed ultimo sistema dell'umanità, sarebbero unanimi nell'esecrarlo, come una profanazione atroce. In che modo affermare che sistemi in guerra reciproca, che sistemi unanimi per combattere il sistema dell'umanità non ostino alla fraternità degli uomini?
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