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      Tale è l'apparenza, tale la realtà; non si può spiegarla, ma viene sentita; è assurda, ma è.
     
     
     
      Capitolo IX
     
      LA MOBILITÀ PROGRESSIVA DELLA VITA
     
      Il movimento che conduce da un sistema meccanico ad altro sistema meccanico rimane sempre meccanico e lo abbiamo spiegato colla teoria dell'errore. Ma la transizione da un sistema mistico ad un altro sistema mistico, correlativa alla transizione meccanica, rimane sempre vitale.
      Noi non vogliamo cambiare: ma la natura inganna la nostra volontà. Il nostro scopo non è se non di conservare e di estendere i nostri principj, la nostra religione; ma qual'è il risultato del nostro operare? Si è di modificare gli esseri, di cambiare il mezzo nel quale viviamo: coll'opera nostra noi trasformiamo il mondo, lo facciamo una seconda volta. Quindi se le cose risvegliano in noi l'ispirazione, se l'ispirazione è sempre correlativa alle cose, col mutarsi dele cose l'ispirazione della vita deve mutarsi, i nuovi fenomeni devono destare in noi nuovi sentimenti, una vita nuova. L'uomo incendia le foreste, dissoda la terra, non pensa che a nudrirsi, e la terra coltivata gli dà nuovi bisogni: essa lo toglie alla vita nomade. La specie si moltiplica, vengono costruite le città, e dal seno delle città sorgono nuove passioni. Noi ci diamo al commercio, alla navigazione, all'industria, cercando un benefizio immediato previamente estimato col sistema dei valori determinati: ma dal seno dell'industria e delle arti nuovi sentimenti si destano e ci spingono a nuove imprese.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693