Così i valori si alterano, le idee invecchiano; prima di esser sospettate di falso, pérdono ogni vezzo; la vita le abbandona, la fede vien meno, la nuova vita comincia, e il nuovo sistema meccanico è conseguenza della nuova ispirazione. L'ispirazione precede sempre l'invenzione.
L'avvenire non vien mai previsto dagli uomini retrogradi, e nemmeno da quelli del progresso. I primi non vedono la rivoluzione se non quando trionfa; prima giocano col fuoco, qualche volta sono essi stessi rivoluzionari, s'ingannano ed è giustizia. Se non fossero ingannati avrebbero forse perdonata la vita ad Aristotele, a Platone, a Voltaire, a Rousseau? La rivoluzione sarebbe stata spenta al suo nascere; nessuna considerazione di pietà, di pudore raffrena l'egoismo dell'uomo che si difende. Mirate i signori della società, guardate non le loro azioni, non le leggi che impongono, non le stragi che decretano quando combattono, guardate il loro cuore quando, inconsci dell'avvenire, si credono mecenati e protettori degli uomini nuovi. Essi amano la nuova vita quasi un trastullo frivolo e infecondo che potranno a piacimento interrompere come una commedia, ve ne ha che sostengono una parte nella commedia stessa: scrivono libri di filosofia; il travestimento è ameno, ma non áltera i valori: il re rimane re, il suddito resta plebe; e ben s'intende che la verità rimanga impotente, non pesi sulla bilancia del destino. Poi, sorpresi dalle rivoluzioni, gettano la maschera; maledicono la verità che avevano predicata e non avevano intesa.
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Aristotele Platone Voltaire Rousseau
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