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      Il difetto capitale dell'estetica hegeliana consiste nel prendere la stessa contraddizione, proponendo il fatto quasi fosse una soluzione generata dal contrasto del senso coll'intelligenza. Non contestiamo la contraddizione, contestiamo la sintesi, la generazione che viene artificiosamente assenta. Hannovi mille sentimenti prosaici e scipiti che risultano dal senso e dalla ragione; il tedio che conduce al suicidio emerge da una sazietà sensibile e da un raziocinio invisibile; dicesi dello spleen quanto dicesi della poesia; è sensibile, e non lo è; dipende dalla ragione, e non è ragionevole; lo spleen emerge dalle proprie antinomie? o piuttosto sorge contraddicendo alle circostanze che lo circondano, e quasi a dispetto di quanto sembra condizione dei suo apparire? Non si può rispondere. Così l'essenza della poesia di Hegel, che la ripone in cose comuni allo spleen, all'inquietudine, alla noia, e fors'anco alla pazzia. In ultima analisi, egli sostituisce all'ultimo carattere della poesia, il contraddirsi dell'ispirazione poetica.
      È patente l'impossibilità di ottenere l'equazione della poesia; nè si può chiederla se non alla realtà; e stando alla realtà, la poesia è una menzogna, o una imitazione senza scopo, o un insegnamento morale senza ispirazione, o una finalità senza significato, o un mezzo per commuovere, poco importa il come, o una contraddizione enigmatica. Convien cercare la poesia là dove trovasi, osservarla dove appare: essa è l'espressione pura della rivelazione interiore, dell'incanto della vita.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Hegel