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      Perchè il Cristo non sarebbe un simbolo astronomico, piuttosto che quello dell'umanità? Non si può rispondere; il simbolo è ambiguo, le sue interpretazioni saranno sempre contraddittorie presso i filologi.
      I sistemi filosofici partecipano al privilegio delle religioni; quando hanno cessato di essere veri, divengono simbolici, fatidici, indovinano il sistema che ad essi deve succedere. Platone adombra il cristianesimo, lo predice, egli è fatidico; paragoniamo la repubblica colla chiesa, vedremo la chiesa profetizzata in tutti i punti in cui splende il bello della repubblica. Vogliamo noi cercare la precisione, l'esattezza nel confronto? Il simbolo svanisce, la repubblica riprende il suo senso materiale; essa non è la chiesa, non è il cristianesimo; essa non è se non la repubblica.
      I politici divengono involontariamente utopisti, inventori di simboli tosto che si sforzano di oltrepassare il loro secolo. Mai non possono indovinare la vita che deve attuarsi; è forza che nelle loro previsioni si restringano ad attuare materialmente il loro concetto coi dati della loro vita. Platone deve figurarsi il cristianesimo seguendo l'analogia dell'uomo antico, quindi il suo cristianesimo sarà la città impossibile della Repubblica. Rousseau deve figurarsi il trionfo della libertà rimanendo nell'antica Europa, rimanendo cittadino di Ginevra; quindi il pensiero di Rousseau si attua coi dati materiali del cantone svizzero; non prevede, nega la repubblica in ogni grande nazione, e la gran repubblica di Francia trovasi imprigionata nella città simbolica del Contratto sociale.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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