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      No, certo; le voci interne, le allucinazioni non la costituiscono; le sensazioni possono essere lese, senza che la ragione sia scossa, il fenomeno della visione si manifesta negli uomini i più fermi; qualche volta apparve nei momenti più solenni della vita dei profeti. Lungi dal traviare, fortificava l'intelligenza dei veggenti. Se la mania moltiplica le forze, la collera, l'ispirazione possono alla loro volta moltiplicarle, nè mai alcun dato fisico separerà la pazzia dalla mente sana.
      Impotente nel caratterizzare la follìa, la teoria fisica inciampa di nuovo quando deve indicarne le cause. Che la ragione sia turbata dalle perturbazioni del nostro organismo è cosa patente; l'intelligenza stessa perisce quando il corpo perisce. L'eccesso del freddo, un colpo di sole, la crapula, il libertinaggio, l'epilessia, il disordine dei mestrui, le cadute, le ferite nella testa, le febbri, l'abuso del sonno, e in generale tutte le cause che ledono il corpo ledono pure lo spirito. Sono esse le vere cause dell'alienazione mentale? No; la follìa non è nell'organismo, è altrove, negli istinti, nelle passioni, nella vita. Tra il fremere dell'aria e il suono, tra la luce e la visione havvi un abisso; gli organi dell'amore non ispiegano l'amore, nè il parto spiega la tenerezza della madre per il figlio. Tra lo sconcerto organico e la pazzia che ne consegue, l'abisso è ancora più profondo. Se un orologio cade, ritarderà, avanzerà, sarà guasto. Quale ne è la causa? Per il volgo sarà la caduta; per il meccanico la caduta non è se non l'occasione, di cui non tien conto; per lui la causa starà nelle ruote torte, nelle molle falsate, nelle incastrature peste.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693