Pagina (403/693)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Non si può nemmeno rinvenire nell'intelligenza alcuna causa della follìa. Gli istinti falsano le idee, la follìa può viziare tutti i pensieri, travisarli, intervertirli, associarli in mille modi: ma la causa dell'alienazione mentale non è mai nell'intelligenza: se non havvi concetto che possa gettarci nel delirio; a più forte ragione non havvi verità che possa spegnere l'intelligenza. Deploriamo i medici che accusano la democrazia di moltiplicare il numero dei dementi. Facciano il numero dei pazzi del cattolicismo; sorpassano le mille volte quelli della rivoluzione, che almeno non dà corpo alle ombre, e non celebra qual miracolo il morbo dell'allucinazione. In sostanza, le idee sono la materia della follìa, la follìa è altrove, nella paura, nello spavento, nell'ambizione, nella collera. Una volta eccitata la follìa aderisce indifferentemente a tutti i principj, alla religione e alla filosofia, all'assolutismo e alla democrazia; può combinarsi colle più volgari idee, colle più sublimi verità.
      La cura della pazzia mostra il vuoto della teoria intellettuale. Possiamo noi confutare i pazzi? possiamo convincerli colla forza del sillogismo? No; la cura intellettuale spesso applicata ai dementi consiste nel servirsi de' loro errori per fingere una catastrofe in cui l'alienato trova la salute nella propria mistificazione. Un alienato credevasi morto, rifiutava di nutrirsi; gli fu provato che i morti mangiano, e allora si decise a mangiare. Un monomane credeva di aver due corna sulla fronte, il medico finse di amputargliele; il pazzo guarì immediatamente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693