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      Qualche volta si fecero comparire le ombre, si fece parlar Dio, la Vergine, i santi, e colle rappresentazioni teatrali si è ottenuta qualche guarigione. È questa una cura intellettuale? è una prova forse che l'alienazione sia nell'intelligenza? No; le rappresentazioni teatrali possono rendere la libertà allo infermo, ma il sistema delle sue idee rimane sempre leso, relativamente al suo proprio passato; le sue azioni sono ragionate, la sua monomania è momentaneamente staccata dalla vita pratica, ma sussiste intera nella sua mente. Al minimo accidente si riproduce di nuovo nell'azione e la ricaduta diventa incurabile. Spesso le rappresentazioni teatrali dello spedale non fanno che spostare la pazzia. Ciò perchè l'errore non è se non la materia della follìa; la leggerezza, la foga, il fato della follìa, si aprono un'uscita afferrando un'idea; e se ci limitiamo a vincere l'errore, la pazzia non mancherà di cercare un'altra uscita in una nuova serie di concetti. Qualche volta le rappresentazioni teatrali raggiungono lo scopo; allora il medico è il caso; la cura è un colpo di fortuna: il pazzo non è persuaso, è scosso; non è confutato, è commosso, e trova il suo equilibrio nella scossa. Un incendio nell'ospizio, una caduta felice avrebbero prodotto lo stesso effetto. Così la teoria intellettuale non tocca all'essenza, non alla causa della follìa, e se agisce sul male, lo deve alla fortuna.
      Ci rimane d'esaminare la teoria morale. Ivi la follìa deve essere un vizio, un delitto e il carattere dell'alienazione deve esser determinato o dalla forza dei nostri istinti, o dal sistema delle nostre idee.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Dio Vergine