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      Quali sono? Precisamente quelle che falsano la correlazione tra la vita e le cose. Si imiti la pazzia, sia simulata per qualche mese; la mimica, che áltera volontariamente il rapporto della vita colle cose, finirà per traviare la ragione: spesso i prigionieri, volendo sfuggire alla pena, fingonsi pazzi, poi cadono nella pazzia. - Si coabiti coi pazzi; l'espressione esterna della follìa prima offende, poi disordina il ritmo della vita. Il perchè i custodi de' pazzi sono esposti ad eccessi di pazzia. - L'abitudine dell'ubriachezza produce lo stesso effetto; l'ebbrezza è il delirio momentaneo spesso ripetuto; falsa il ritmo e la correlazione della vita colle cose. Lo stesso si dica dell'isolamento de' prigionieri; qui la realtà esteriore è scemata, lo spettacolo della vita è soppresso, l'uomo rimane colla sua propria ispirazione, senza correlazione, senza punto d'appoggio, senza che l'esempio rettifichi le sue abitudini, e la pazzia invade il prigioniero.
      I caratteri predisposti alla pazzia sono quelli in cui il ritmo trovasi sul pendio del disordine. L'eccessiva leggerezza, la bizzarria, l'esaltazione puerile, non possono dominare il sistema meccanico della realtà; inconsistenti, si lasciano dominare dalle cose; in essi il valore degli oggetti trovasi già falsato, le attrazioni naturali che fissano gli istinti trovansi già alterate; il ridicolo, questo fatale indizio della follìa, si palesa; e al minimo urto il sistema della vita rimane scosso.
      Il genio stesso non si preserva dalla pazzia; è noto il proverbio: nullum magnum ingenium sine dementia.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693