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      Concludiamo: hannovi le antinomie della fede, havvi l'apparire della fede. Sono note le prime, e non hanno soluzione: che cosa è dunque la fede? Quello che appare ad onta delle sue contraddizioni: non è una data religione, non è il cristianesimo, non è la credenza all'incredibile; non è la credenza al fatto provato della scienza. Credete voi alla vostra esistenza, all'esistenza del mondo, alla matematica? Questa non è fede. La fede appare solo nell'azione morale quando il dovere lotta coll'interesse. Allora se chiamato al sacrifizio, voi decidete che la verità non sia vera, se esitate nella speranza di sottrarvi al sacrifizio per mezzo d'un accidente, se sperate che il combattimento possa essere differito, lasciato ad altri, soppresso, mancate di fede. La fede si distingue dalla cognizione, come l'azione dalla contemplazione. La fede è adunque un fatto sui generis; la ragione lo trova ridicolo, assurdo, insensato; ma essa appare nel soldato, nel mártire, nel filosofo, ne' fondatori delle religioni e negli uomini della rivoluzione. Dunque essa è: come ardireste negarla voi, che l'ammirate?
     
     
     
      Capitolo VI
     
      IN QUAL MODO L'INTERESSE DETERMINALA MORALE
     
      L'interesse misura la morale; ci rimane a vedere in qual modo la misuri e lo mostreremo con due specie di casi; gli uni incontrastabili, gli altri dubbi.
      Havvi una morale privata che non può essere contestata. Noi dobbiamo vegliare sulla nostra conservazione, mantener sano il corpo, fortificarlo, assecondare l'istinto, non resistere alla natura, non mutilare il nostro essere.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693