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      Quando consiglia di soccorrere ai nostri fratelli, di istruirli, di propagare la veritā, di non mentir mai per alcun vantaggio che ne possa ridondare, che altro cerca la morale se non la nostra felicitā? Qui ancora l'interesse parla senza obbligare, ma la voce del cuore obbliga e traduce un calcolo in un comando imperioso. La voce del cuore puō intervertirsi e consigliarci di sfidare l'umanitā. Non hannovi forse uomini fatalmente proclivi all'omicidio? Il ladro non puō forse darsi all'opera sua coll'entusiasmo di un artista? un governo perverso non č forse sollecito di spegnere il pensiero, di rendere inutile il genio, nulla la scienza? La voce del cuore č doppia. Per buona ventura havvi l'interesse naturale e universale: questo non si sviluppa al certo nč col furto, nč coll'omicidio, nč colla compressione del pensiero, nč coll'assopimento della ragione; e l'interesse fissa la virtų, e impone di combattere gli omicidi e i ladri.
      Vi sono casi dubbi, abbiamo detto: essi dividonsi in due classi: riponiamo nella prima i casi di conflitto, nella seconda i casi di coscienza.
      I casi di conflitto sono quelli della guerra, della lotta, della rivoluzione: quando le idee s'innovano, il diritto si rigenera. Abramo dimanda alla legge civile la libertā di trucidare il figlio; la nostra legge lo condanna per tentato parricidio: chi ha ragione? La soluzione č semplice: seguite la legge nella quale avete fede, seguite la veritā, non havvi altro precetto, e se questo autorizza la guerra, si č che la guerra č voluta dalla natura.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693