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      No, all'uomo. Perchè? Non lo sappiamo; lo sentiamo, e sentiamo che la libertà dell'uomo è illimitata quanto la sua perfettibilità. La morale implica la facoltà di scegliere tra il bene e il male; se la scelta è forzata, la morale scompare. La libertà protegge adunque tanto il male quanto il bene. Abbiamo diritto a tutti i vizi personali, come a tutte le virtù; nessuno può imporci la gratitudine o la temperanza, perchè nessuno può toccare alla responsabilità, al merito, al principio d'onde sorge il nostro destino.
      La libertà è il diritto d'ogni uomo: collo stabilire la libertà, la rivelazione morale stabilisce in pari tempo l'eguaglianza; la mia coscienza m'impone di rispettare negli altri il diritto che reclamo per me; l'eguaglianza è moralmente contemporanea della libertà. Ora, la logica mette alle prese i due diritti, e li rende impossibili a vicenda. Credete alla libertà? Essa è illimitata; se la limitate, non è più la libertà; la libertà sopprime adunque l'eguaglianza. Non è egli moralmente e materialmente impossibile che più esseri liberi agiscano rimanendo eguali? che l'ineguaglianza delle attitudini, libere di manifestarsi, non violi l'eguaglianza? Al contrario, se stabilite l'eguaglianza, la conseguenza sarà la stessa inversamente presa, la libertà sarà distrutta. Ogni atto sarà subordinato all'operare di tutti i miei simili, ogni atto dipenderà dalla libertà concessami dal genere umano; nè più mi sarà dato di pensare, di agire senza prima avere in ogni cosa ottenuto il consenso dell'umanità. Direte metafisicando che non deesi dimandare una materiale eguaglianza che il diritto conosce solo l'eguaglianza formale, quella che si attua nei contratti?


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693