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      Che dedurne? Che vi ha la guerra, che nessun uomo è tenuto ad essere superiore alla sua rivelazione, che noi possiamo avere solo la virtù de' nostri interessi, e gli interessi delle nostre idee, e che la natura sarà l'ultimo giudice del combattimento. E se m'inganno? La vaga possibilità dell'inganno non può smuovere le ragioni determinate e positive del mio pensiero e della mia fede.
     
     
     
      Capitolo IX
     
      LA PROPRIETÀ E LA COMUNANZA
     
      La proprietà? Eccoci innanzi al vitello d'oro, all'idolo de' politici, al Dio de' filosofi. Esporrò prima le antinomie della proprietà, poscia il diritto.
      La proprietà deriva dalla libertà; è assoluta quanto la libertà. Se sono libero, posso impadronirmi dei valori che mi stanno intorno, della terra che abito, dell'aria che respiro; la mia signoria si estende quanto la mia forza. Libera come la morale, la proprietà reclama il diritto di usare, di abusare della cosa appropriata. Se non posso abusare, non sono libero; la spontaneità della mia azione è violata, la scelta tra il bene ed il male non è scelta; se sono servo di una volontà esterna, di una ragione che non è la mia, sono ridotto a condizione di macchina. La libertà della stampa può coesistere colla censura? la libertà di coscienza può conciliarsi con una religione dominante? No; la libertà limitata non è più libertà, la proprietà limitata non è proprietà: il diritto di abuso è inseparabile da ogni diritto, perchè la morale sola decide dell'uso e dell'abuso. Potrò adunque inondare il mio campo, insterilire la mia terra, abbattere la mia casa, lasciar marcire le mie messi.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Dio