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      Le case, i campi, il denaro, le fabbriche, gli istromenti del lavoro resterebbero nelle mani de' proprietari; quindi l'agricoltura, l'industria ed il commercio sarebbero immediatamente esercitati dai proprietari; mentre il proletario sarebbe sbandito, non solo dalla proprietą, ma dall'agricoltura, dall'industria e dal commercio. In una parola, la lotta contro la rendita oppone un popolo di nudi a un popolo di ricchi, una falange inerme ad una falange armata: di chi sarą la vittoria?
      Si dirą: «Se i proprietari e i capitalisti si collegano contro il popolo, sono perduti; al certo, una mano di oziosi non potrą ridurre alla disperazione l'immensa maggioranza della nazione. Si torranno al ricco le terre, le case, il denaro: dove troverą chi lo difenda?» L'obbiezione č forte, ma che prova? Prova che la rivoluzione deve oltrepassare la discussione sulla rendita per combattere il riparto attuale della proprietą: prova che torna vana ogni lotta contro la rendita, se non si risale alle proprietą; prova, da ultimo, che, vinta la lotta sul riparto delle proprietą, torna inutile ogni lotta sulla rendita. Tanto vale il lasciarla libera. Il ricco č solo contro tutti: lo sappiamo, non lo dimentichiamo; voi dimandate chi lo difenderą: chi? Voi, se riducete il problema della rivoluzione a un problema di. sconto: posto il vostro programma: imprigionata la rivoluzione nel vostro programma; impegnati voi a difenderla nella misura della gratuitą del credito; dovrete difendere il proprietario nella sua libertą di proprietario; tolta la rendita, dovrete accusare di spogliazione chi oltrepassa il limite da voi posto, dovrete combattere a profitto della proprietą. La vostra rivoluzione si ridurrą ad un assalto di scherma, poi sarą reazione mascherata di parole temerariamente incendiarie.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693