Queste sono contraddizioni puerili; sono le contraddizioni che Platone deride nell'Eutidemo. A è più grande di B e più piccolo di C; dunque diremo noi che A è grande e piccolo ad un tempo? Perchè no? Ma a che serve? E se si cerca una soluzione? e se la soluzione si chiama sintesi?...
Tale è il procedere di Proudhon; vuol la sintesi della proprietà e della comunanza; e la sintesi rimane nel fatto, non conduce a nulla. Proudhon cerca un'uscita; trasporta l'antinomia sul piano di una contraddizione artificiale; e qui la metafisica svanisce nel nulla; ma si può almeno affermare utile la rendita nel passato e dannosa nel presente, donde la conseguenza che deve essere abolita. Si accordi la conseguenza; non è sintesi, è soppressione di un male, non concilia alcuna antinomia, fa cessare la rendita; il che può esser discusso senza discutere nè le antinomie reali, nè le antinomie astratte. La nostra conclusione è nota; combattere la rendita è combattere un episodio della rivoluzione.
Capitolo XIII
LA FAMIGLIA
La logica discioglie la famiglia: parlate della fedeltà coniugale? Non si danno leggi all'amore. Parlate del dovere del padre e della madre verso i figli? I figli sono figli della natura, e non della volontà dell'uomo. Parlate dei doveri dei figli verso i genitori? I figli non devono nulla ai parenti, che li generavano non pensando che a sè. L'amore può intervertirsi, e la logica non sa scegliere tra la salute e l'infermità, tra la costituzione e la dissoluzione della famiglia.
È la natura che fonda la famiglia, e las fonda colle due rivelazioni della vita e del dovere.
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Platone Eutidemo Proudhon
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