A chi confideremo la figlia se non si confida al padre? Rifiutandola in matrimonio al padre, si imagina un espediente per sottrarla a un'infame libidine, senza dimostrare l'infamia stessa dell'incesto. - Si dice ancora che l'incesto offre in sè qualche cosa di odioso e di contrario alla natura: chi ne dubita? Eppure la ripugnanza scompare nel fatto stesso dell'incesto, e la metafisica, che vorrebbe trovare un titolo per separare l'incesto dall'amore naturale, non raggiunge lo scopo.
Insomma, il matrimonio è un'invenzione come l'arte di coltivare la terra di fondere i metalli. I nostri metafisici, dandogli leggi astratte, si limitano a copiare, a tradurre il matrimonio cristiano in formole scolastiche, che adornano poi con isquisitezze e sentimenti raccozzati a caso. Stiamo alla rivelazione, vedremo quale dovrà essere l'arte della famiglia; stiamo all'arte, la vedremo consacrata dal cuore. In astratto non v'ha legge; l'uomo astratto, la donna astratta, non esistono; ditemi dove vivete, qual'è la vostra patria, quale il sistema sociale a cui appartenete; ditemi qual'è l'idea che avete dell'uomo, e allora vi dirò quale dovrà essere la famiglia e come l'uomo dovrà essere rispettato nella triplice forma di padre, di madre e di figlio.
Noi rispettiamo l'umanità, dovunque appare la forma dell'uomo; questo è il nostro principio, ed esso ci ritrae dalle aberrazioni della metafisica, ci rivela l'ideale della famiglia.
Il matrimonio deve essere, perchè invocato dall'amore, e perchè l'umanità è in potenza nell'atto del nostro moltiplicarsi.
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