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      E chi governa? chi regna? Gli uomini nati nella ricchezza, gli uomini che vivono inutili, che possono morire senza danno della società; in una parola, gli uomini privilegiati dalla fortuna ereditaria.
      L'eredità è la vera fonte dell'ineguaglianza. Quanto ogni uomo può guadagnare coll'industria, coll'astuzia, anche colla frode, non pesa sulla società. I guadagni individuali hanno un limite, assorbano la metà della vita di chi li raccoglie, non restano in mano dell'arricchito se non pochi anni, si può presumerli il frutto, la ricompensa dell'ingegno, della probità, della fatica. Gli arricchiti non valgono a costituire una classe sociale; nati negli affari, vi rimangono, e rimarrebbero popolo se non vi fosse una classe che li perverte. Qualìè questa classe? Quella de' ricchi dalla nascita. In essa non si lavora, si vive di rendita, primo vanto è di non guadagnarsi il vitto; chi lo guadagna è disprezzato, espulso; il lavoro è considerato umiliante, servile. Quindi l'insolenza trasformata in diritto; l'ozio rispettato, la frivolezza sostituita all'operosità naturale, il darsi spasso trasformato in dovere. Se non è frivolo, il ricco dalla nascita è condannato ad essere malefico. L'eredità gli dà un capitale primitivo, il capitale gli concede un'educazione privilegiata; lo rende abile d'un tratto ai primi uffici della società, ai più alti magistrati; gli dà in mano il governo, gli eserciti, la diplomazia, e il disprezzo pel diseredato si trasforma in signoria. Le virtù stesse e l'industria subiscono il predominio dell'eredità, nel commercio il ricco ottiene un credito immediato, si procura le materie, gli istrumenti, le macchine desiderate.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693