È l'eterno diritto d'insurrezione accordato nel principio, negato di fatto, accordato alla città, rifiutato al cittadino. Ma questo diritto dev'essere accordato ad ogni uomo per le stesse ragioni che impongono di concederlo alla città. Perchè la città è sempre sovrana, sempre libera, sempre inappellabile? Perchè la sua libertà è inalienabile; essa non è una cosa, è una persona morale, non può perdere alcun diritto
; contro di essa non havvi prescrizione, non errore che possa prevalere. Dunque l'individuo allo stesso titolo avrà il diritto d'insurrezione contro la città, che vuol disporre della sua vita, della sua coscienza, della sua religione, dei suoi diritti inalienabili. Il contratto sociale di Rousseau sacrifica il cittadino alla patria, dunque sanziona la schiavitù; Rousseau è primo a confessare che l'uomo non può essere libero se non ha schiavi, e quindi dichiara che la servitù è inevitabile fuori dello stato di natura.
L'antinomia della sovranità non si scioglie; conviene accettare la soluzione che si rivela. Il contratto sociale scambia valori e diritti. Lo scambio de' valori è rivelato, e determina poi quello dei diritti. A priori ogni scambio di valori è impossibile: la rivelazione fonda la società, la costituisce, l'ordina; ne nasce il sistema sociale, e quale è il sistema, tal è il diritto: nè più, nè meno. Tolta la rivelazione de' valori, tolto il sistema, tolta la religione, come mai potrebbesi ottenere il consenso necessario per costituire la sovranità? Chi vorrebbe darsi in corpo ed anima ad altri uomini, accettando anticipatamente le leggi, i giudici, i dogmi e tutte le servitù del contratto sociale?
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