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      Qui si deve nuovamente ripetere: quando l'uomo nasce, s'emancipa lo schiavo; e ne consegue che ogni insurrezione legittima è fatta a nome dell'umanità, che si svela interiormente in noi stessi, ogni progresso subordina lo Stato alla fratellanza crescente del genere umano.
      Lo Stato decade di continuo. Già dopo Cristo divenne inferiore all'uomo, e fu trasformato in un organismo il cui principio sta fuori della legge, fuori del cittadino, nel cristiano. La rivelazione sacra aveva ragione; l'uomo è superiore al cittadino, è l'uomo che crea lo Stato, e chi lo crea può distruggerlo. La stessa parola Stato è moderna, ed esprime una decadenza; prima di Cristo si chiamava solo la patria; e per ogni cittadino essa era l'universo; chi non era cittadino, era all'interno schiavo, all'estero nemico Dopo Cristo la patria muta nome, perchè ogni terra divenne uno Stato della cristianità, Quando la metafisica vuol succedere al cristianesimo cercando l'avvenire nelle antinomie, lasciò sfuggire il vero problema dell'umanità: non oppose i veri valori ai falsi, i veri diritti all'ingiustizia, non fu positiva; e scorrendo sul pendio delle antitesi, giunse alla patria astratta d'una sovranità impossibile. L'anima di Rousseau vi subì il martirio della libertà: sfidò la contraddizione col sentimento e imprigionata nell'astrazione, vedeva vuota d'ogni intorno la terra del diritto. Opponeva il popolo sovrano a' suoi sovrani nominati; ma questi pure son popolo, i loro sgherri son popolo, s'avanzano ardimentosi; sostenuti dalla turba dei paesani, oppongono le campagne alle città, le masse alle masse.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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