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      Abbiam visto ricchi istupiditi ne' piaceri acquistar d'un tratto l'operositą, la perfidia di uomini rotti nelle male arti della corruzione, e improvvisati tribuni, mentire, tradire, malversare, felicissimi d'aver ruinato sč stessi perchč in un con essi avevano perduto un popolo e acquistato una rinomanza che ondeggiava confusa, accusandoli d'incapacitą o d'infamia. L'avvenimento del proletario deve esser confidato ad uomini che si separino dall'antica tradizione, che non possano trovarvi addentellato o ritirate, ricordanze o seduzione. Quindi il regno del popolo, il vero governo del popolo. In questo senso possiamo dire che il governo decade come lo Stato. Non č pił il dominio sacerdotale o feudale: non deve esser pił il dominio del ricco che difende il ricco contro il popolo, e che si fonda sulla impostura del prete e sulla forza del soldato; dev'essere un'amministrazione, non dev'essere governo d'altri su di noi, ma governo di noi per mezzo di noi; dev'essere, come si dice in Inghilterra, un self-gouvernement, un popolo sč-reggente.
      Un problema si presenta: se il governo del popolo deve non esser dominio, dove troverą la forza di dominare la reazione de' ricchi? Se č debole, sarą vinto; se vuol esser forte e atterrire i suoi nemici, sarą un nuovo dominio, sarą un'imitazione dell'antico governo. Sembra che l'avvenire dipenda dalla soluzione di questo problema: traduciamolo in altri termini: ci si dimanda: come volete abbattere il governo dei ricchi se non imitate il loro governare? come volete giungere al governo del popolo con un governo che imiti i ricchi?


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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