In pari tempo ogni nostra azione vien travisata; l'uomo crede di poter modificare il corso delle stagioni, la serie degli eventi colla preghiera, coll'astinenza o colle invocazioni. D'indi gli esorcismi, gli amuleti, i circoli magici, le abluzioni, le innumerevoli cerimonie religiose, il cui scopo č sempre di operare sulla natura influendo sulle forze occulte elementari e viventi che la governano. I circoli naturali delle cose sono travolti in circoli fantastici.
La fede nel miracolo crea la tradizione sacra. Credete voi ai miracoli? Se scrivete la vostra storia sarā una storia miracolosa, un racconto mescolato di favole. Da che gli Dei intervengono nella storia degli uomini bisogna attribuir loro il bene, il male, le vittorie, le sconfitte, le carestie, le pesti, le inondazioni, il coraggio che addoppia le nostre forze, la paura che le sopprime, l'ispirazione che illumina il genio, le invenzioni che elevano l'umanitā. Se Ulisse č astuto, č Minerva che lo consiglia; se Ettore trema dinanzi ad Achille, č Marte che lo atterrisce: sono gli Dei che costruiscono le cittā, che dettano le leggi; la Musa detta ad Omero l'Iliade; un Dio ispira Walmiki, che scrive il Ramayana; Euclide depone i suoi libri di geometria nel tempio di Delfo. Si fa Dio autore delle nostre opere. La tradizione, questo racconto favoloso di opere umane, collo scorrere del tempo attribuisce agli Dei l'origine della nostra societā, delle nostre leggi; divinizza il nostro sistema sociale, trasporta tutta la nostra mente fuori di noi, in Dio e Dio ci toglie la ragione.
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